Lo sapevi che oltre il 16% della popolazione mondiale vive con una qualche forma di disabilità, ma solo il 3% dei siti web rispetta gli standard di accessibilità? Questo dato non dovrebbe sorprenderti solo dal punto di vista etico, ma anche da quello del business digitale. Accessibilità e digitale non riguardano unicamente l’inclusività sociale, ma rappresentano una strategia SEO concreta che può fare la differenza per la visibilità del tuo sito.
Quando parliamo di accessibilità digitale, ci riferiamo alla capacità di un sito web di essere utilizzabile da tutti, incluse le persone con disabilità visive, uditive, motorie o cognitive. Ma ecco il punto interessante: molte delle pratiche che rendono un sito accessibile sono esattamente le stesse che i motori di ricerca premiano con un miglior posizionamento.
In questo articolo esploreremo come le linee guida WCAG (Web Content Accessibility Guidelines) possano diventare il tuo asso nella manica per scalare le SERP, migliorando contemporaneamente l’esperienza di tutti gli utenti.
Cos’è l’accessibilità digitale e perché è importante
L’accessibilità digitale è la pratica di progettare e sviluppare contenuti web che possano essere utilizzati da persone con diverse abilità e con tecnologie assistive come screen reader, tastiere speciali o software di riconoscimento vocale.
Parliamo di numeri concreti: in Italia, secondo l’ISTAT, oltre 3 milioni di persone vivono con disabilità. A livello globale, stiamo parlando di un mercato di oltre 1 miliardo di potenziali utenti. Ignorare questo segmento significa letteralmente buttare via opportunità di business.
Dal punto di vista legale, la situazione è sempre più stringente. L’European Accessibility Act è entrato in vigore nel giugno 2025, rendendo obbligatoria l’accessibilità per molti servizi digitali. In Italia, la Legge Stanca già regola l’accessibilità per la pubblica amministrazione, e sempre più aziende private stanno adottando standard volontari per evitare problemi legali.
Ma ecco la cosa interessante: un sito accessibile non beneficia solo le persone con disabilità. Ecco alcuni esempi: sottotitoli nei video? Utili anche in ambienti rumorosi. Contrasto elevato? Perfetto per chi usa il telefono sotto il sole. Navigazione semplificata? Apprezzata da tutti, specialmente dagli utenti più anziani. L’accessibilità digitale è inclusiva by design, e questo si traduce in una user experience migliore per tutti.
La connessione tra accessibilità e SEO: fattori di ranking condivisi
Qui è dove le cose diventano davvero interessanti per noi marketer. Google e gli altri motori di ricerca valutano i siti web usando criteri che si sovrappongono incredibilmente con i principi dell’accessibilità. Non è un caso: entrambi puntano a premiare contenuti di qualità e facilmente fruibili.
Struttura HTML e semantica
I motori di ricerca “leggono” il tuo sito esattamente come farebbe uno screen reader. Entrambi si basano sulla struttura HTML per capire la gerarchia e l’importanza dei contenuti. Quando usi correttamente i tag di heading (H1, H2, H3…), non stai solamente aiutando un utente ipovedente a navigare il tuo contenuto, stai anche fornendo a Google una mappa chiara di ciò di cui parli.
Un markup semantico corretto include l’uso appropriato di tag come <nav> per la navigazione, <main> per il contenuto principale, <article> per gli articoli, e così via. Questi elementi aiutano sia gli screen reader che i crawler dei motori di ricerca a comprendere il contesto e la struttura della pagina.

User experience e Core Web Vitals
Google ha reso ufficiale quello che sapevamo già: l’esperienza utente è un fattore di ranking. I Core Web Vitals misurano velocità di caricamento, interattività e stabilità visiva, e sono fattori premianti per il posizionamento organico. E indovina un po’? Questi sono esattamente i fattori che rendono un sito più accessibile.
Un sito che carica velocemente aiuta utenti con connessioni lente o dispositivi meno potenti. Un layout stabile evita che qualcuno clicchi accidentalmente sul bottone sbagliato. Un’interfaccia reattiva funziona meglio con tecnologie assistive. Ogni miglioramento che fai per l’accessibilità si riflette positivamente sui Core Web Vitals.
Il design mobile-first, ormai standard per la SEO, coincide perfettamente con i principi di accessibilità. Un’interfaccia pensata per il touch screen, con elementi sufficientemente grandi e spaziati, è più facile da usare per tutti, incluse le persone con difficoltà motorie.

Contenuti di qualità e leggibilità
L’accessibilità richiede contenuti chiari, ben strutturati e facili da comprendere. Frasi troppo complesse, paragrafi infiniti e gergo tecnico non necessario creano barriere per utenti con disabilità cognitive, ma guess what? Anche Google preferisce contenuti chiari e diretti.
L’alt text per le immagini è un perfetto esempio di questa sovrapposizione. È essenziale per utenti che usano screen reader, ma fornisce anche ai motori di ricerca informazioni preziose sul contenuto delle immagini. Le trascrizioni dei video seguono la stessa logica: accessibilità per utenti sordi e contenuto testuale indicizzabile per Google.
Accessibilità per tutti, non solo per disabili
Un errore comune è pensare che l’accessibilità riguardi solo le persone con disabilità. In realtà, essa è fondamentale per tutti gli utenti, inclusi quelli con situazioni temporanee o circostanze particolari chiamate impairment situazionali.
Ecco due esempi pratici:
Impairment situazionale
Immagina di essere su un treno senza cuffie funzionanti e volere guardare un video. Se il video non ha sottotitoli o ha sottotitoli errati, non potrai fruirne senza disturbare gli altri.
Impairment temporaneo
Una mia amica si è rotta il braccio dominante e ha dovuto usare il telefono con l’altro braccio. Attivando le funzioni di accessibilità del dispositivo, è riuscita a navigare meglio nonostante la difficoltà.
Questi casi dimostrano che l’accessibilità migliora la vita di tutti, in molteplici situazioni.
Le linee guida WCAG e il loro impatto sui motori di ricerca
Le Web Content Accessibility Guidelines (WCAG) 2.1 si basano su quattro principi fondamentali, e ognuno di questi ha un impatto diretto sulla SEO. Sono linee guida pratiche che migliorano concretamente la performance del tuo sito.
Percepibile: le informazioni devono essere presentate in modi che gli utenti possano percepire. Questo significa alternative testuali per contenuti non testuali, sottotitoli per video, e contrasto sufficiente tra testo e sfondo. Dal punto di vista SEO, stiamo parlando di contenuti più ricchi e diversificati, che i motori di ricerca possono comprendere e indicizzare meglio.

Operabile: l’interfaccia deve essere utilizzabile da tutti. Focus visibile, navigazione da tastiera, tempi sufficienti per leggere i contenuti. Google premia siti con bassa frequenza di rimbalzo e tempo di permanenza elevato – esattamente quello che ottieni quando gli utenti riescono a navigare facilmente il tuo sito.
Comprensibile: le informazioni e l’interfaccia devono essere comprensibili. Linguaggio semplice, navigazione prevedibile, gestione degli errori chiara (ad esempio, se un campo del form non è compilato correttamente, deve comparire un messaggio che avvisa l’utente leggibile anche da parte degli screenreader). Questi elementi riducono la confusione degli utenti e migliorano i segnali comportamentali che Google monitora.
Robusto: il contenuto deve essere interpretabile da una vasta gamma di tecnologie assistive. Codice pulito, standard web rispettati, compatibilità cross-browser. Tutto questo si traduce in prestazioni tecniche migliori, che Google monitora attraverso strumenti come Lighthouse.
Strumenti e best practice per un sito accessibile e SEO-friendly
La buona notizia è che non devi improvvisarti esperto di accessibilità dall’oggi al domani. Esistono strumenti fantastici che ti aiutano a identificare e correggere i problemi più comuni.
WAVE (Web Accessibility Evaluation Tool) è probabilmente il più user-friendly. Ti mostra visualmente gli errori di accessibilità direttamente sulla pagina. axe DevTools si integra perfettamente con Chrome e fornisce spiegazioni dettagliate su come correggere ogni problema. Lighthouse, che probabilmente già conosci per la SEO, include anche un audit di accessibilità.
La checklist pratica che uso sempre include: verificare la gerarchia degli heading, testare la navigazione solo da tastiera, controllare il contrasto dei colori, assicurarsi che tutte le immagini abbiano alt text significativi, e testare il sito con uno screen reader (puoi usare quello integrato in Windows o macOS).
Un aspetto spesso trascurato è l’audit regolare. L’accessibilità non è un “set and forget” – ogni nuovo contenuto, ogni aggiornamento del sito dovrebbe essere verificato. Puoi automatizzare molti controlli integrando tool di accessibilità nel tuo workflow di sviluppo.
Accessibilità e digitale: un must have
L’accessibilità e digitale è una necessità strategica che impatta direttamente sulla tua visibilità online. Ogni euro investito nella web accessibility ritorna moltiplicato attraverso miglior posizionamento sui motori di ricerca, audience più ampia, user experience superiore e un incremento notevole dei tassi di conversione (più utenti compiranno azioni utili: compilazione di form, acquisti, iscrizioni alla mailing list).
La bellezza di questo approccio è che non devi scegliere tra accessibilità e SEO. Sono due facce della stessa medaglia: contenuti di qualità, tecnicamente solidi e facilmente fruibili. Mentre i tuoi competitor si concentrano ancora solo su keyword e backlink, tu puoi ottenere un vantaggio competitivo significativo abbracciando la web accessibility.
Il momento di agire è adesso. Inizia con un audit del tuo sito, implementa le correzioni più urgenti, e trasforma l’accessibilità digitale nella tua arma segreta per dominare le SERP. I tuoi utenti – tutti i tuoi utenti – e Google te ne saranno grati. Se hai bisogno di aiuto per un’analisi dell’accessibilità del tuo sito, scrivimi e sarò felice di aiutarti.